14.6.07

vendevo la primavera

vendevo la primavera
in sacchetti da 3 grammi
un calore freddo sigillava
la plastica e la rendeva
un po’ più bituminosa della cenere
verde
assaggiare il rosso era diventato
una cosa proibita come se due labbra
non fossero più lì
a farsi accarezzare
una stradina d’inverno porta l’erba
a toccare la neve
e solo il gelo porta quel giusto senso
di polvere in ogni stanza
di letti ormai restano lenzuola
e piumoni non vedo corpi
mani occhiali
non riesco a rivedere lo stagno o una vetrina
gialla
ma il fiume che scorre al contrario
rimane e anche le scarpe marroni
con un po’ meno suola però
la campana annuncia la mezzanotte
e un altro giugno sta scappando
tra i binari e le galleria
tutto sembra come prima
però



(2007)

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