la terra la vedo in basso
qui davanti a me
l’asciugamano il mare
gli scogli la sbarra di metallo
il rumore dei gabbiani si confonde
con l’odore che sale dai baffi
tra i mattoni sono lunghe le giornate
solo il sole il vento il sale
ad accogliere le mie giornate
solo un senso di ricordo
della polvere da sparo
e poi un lento andare
verso un’altra deriva
altri baffi altri luoghi altri mari
rivedo l’oceano le giornate a passeggiare
il ponte mai abbastanza lungo
per soddisfare l’inquietudine
ripenso alle stoffe ai fili ai colori
ripenso ai cannoni
al pane alle molliche sul pavimento
a ogni formica che vedo rubarne una
un colpo secco e poi tutto è scomparso
c’erano dei baffi anche lì
e anche lì c’era una vedova
non la prima
non l’ultima
in fondo è solo un attimo e tutto si muta
i discorsi la rabbia un cancello
che si chiude
e un cancello ormai troppo lontano
per poterlo riaprire
è stato solo un colpo di pistola
ma in quel momento mi è sembrata
la mano di Dio
hanno detto tante cose
le parole sono molte così belle tonde
e spesso vuote
il corpo era a terra e non era il mio
i baffi erano bianchi
il sangue era lo stesso di altre volte
ma c’è chi giura che fosse blu
e poi l’odore di polvere sudore chiuso e mare
un asciugamano a una sbarra
e sotto io appeso
e mi fa strano vedermi così con il mare alle spalle
e un oceano che non potrò più varcare
(2009)
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