è quel vento pazzo che ti corre tra i capelli
taglia il collo forgia le mani come un maglio
è il martello che ti sfonda la coscienza
il muro che cade e abbatte sicurezze e serenità
non vuoi vedere non vuoi capire
spesso non apri neanche una scatoletta di tonno
l’olio è nello scarico
il forno è caldo eppure è tutto un giro intricato di
ricordi
e elettricità
e stare seduti è un piccolo passo verso l’eternità
ho le mani sollevate
confusione, salivazione
la vescica stressata passo l’alba ad aspettare il
tramonto
vedo ogni attimo il rumore di una foto
e pensare fa male ma dov’è la nebbia?
il mucchio di macerie, il vecchio tubo coperto di
ruggine?
è che un vento leggero quasi non si nota
come le nuvole che passano e non mandano acqua
al di là dei mucchi di terra e fango
resta un autunno così vicino che lo stai vedendo
attraversare.
(27/09/2012)
1 commento:
Ti ho letto su Nuova Poesia e ho curiosato anche qui.
Questa mi piace assai, come se fosse mia, con gli stessi interrogativi. Grazie. Ester
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