le carte sono rosse
frugali scappate
ben più lontano dell’ontario
camminavo un giorno
tra le rive verdi di vernice
con i mari inscatolati
e i turbanti ben serrati tra le pieghe
e di questi quattro calici
non avevo che il ricordo
è la storia le labbra che calde
le ritrovi ogni notte più schiumose
tra i residuati di ferro e le essenze di benzene
la lana di vetro non scalda le notti d’inverno
solo tra le pareti di vetro
messe lì a custodire i nostri orgasmi
l’amore ha dato flebili segnali di
autarchia
e domani?
domani scriveremo con la plastica
che non possiamo più amarci
arancioni daremo
un figlio allo stato
sperando che almeno una volta
nella sua vita possa assaporare
l’ebbrezza dell’ossigeno
1 commento:
"la lana di vetro che non scalda le notti d'inverno" rimarrà per sempre nella mia mente accanto all'immagine dei fuochi che non lasciano cenere e non sciolgono la brina... sei adorabile
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