25.5.06

le carte sono rosse

le carte sono rosse

frugali scappate

ben più lontano dell’ontario

camminavo un giorno

tra le rive verdi di vernice

con i mari inscatolati

e i turbanti ben serrati tra le pieghe

e di questi quattro calici

non avevo che il ricordo

è la storia le labbra che calde

le ritrovi ogni notte più schiumose

tra i residuati di ferro e le essenze di benzene

la lana di vetro non scalda le notti d’inverno

solo tra le pareti di vetro

messe lì a custodire i nostri orgasmi

l’amore ha dato flebili segnali di

autarchia

e domani?

domani scriveremo con la plastica

che non possiamo più amarci

arancioni daremo

un figlio allo stato

sperando che almeno una volta

nella sua vita possa assaporare

l’ebbrezza dell’ossigeno

1 commento:

Anonimo ha detto...

"la lana di vetro che non scalda le notti d'inverno" rimarrà per sempre nella mia mente accanto all'immagine dei fuochi che non lasciano cenere e non sciolgono la brina... sei adorabile