4.6.06

era buono quel lavoro

era buono quel lavoro, veramente buono, era fresco, semplice, frizzante, insomma era intelligente. Il signor De Foe si guardò allo specchio, negli occhi, e rilesse con calma, era veramente eccellente, gettò tutto nel camino, si alzò, stirò le braccia ed andò a pisciare dietro al mobile dei liquori.

La signora De Foe stava preparando la cena, da circa quattro giorni preparava la cena, vide il marito pisciare, si voltò ed iniziò a leccare il muro.

Casa De Foe si stava inondando d’urina e niente avrebbe fermato un deciso aumento dell’inflazione, assolutamente niente avrebbe impedito al signor De Foe di pulire la pipa e fumare dell’ottimo tabacco inglese, niente avrebbe impedito all’ottimo tabacco inglese di avere un orribile sapore di paglia ammuffita.

Il signor De Foe corse a chiamare la signorina De Lin che compiva triangoli nel giardino, le sue proiezioni rilanciavano immancabilmente le possibilità di New York di partecipare al super ball.

Il gatto si sollazzava con un gomitolo di lana, il cane con delle pantofole, la palla demolitrice con un palazzo di quindici piani, in casa De Foe una coltre di polvere rendeva la visibilità pari a zero, il signor De Foe in preda a un improvviso raptus di libidine ebbe un sublime rapporto con un comò, ed anche lui sembrò gradire molto.

La signorina De Lin, comodamente adagiata in poltrona, fissava il buco nella parete provocato dalla palla demolitrice fuori controllo.

La stagione procedeva per il meglio, il mare era pescoso, sarebbe stata un’ottima annata per il grano, ed il whiskey era sempre di ottima qualità; l’indice Dow Jones era un po’ traballante, però dava segni di netta ripresa, la signora De Foe ebbe un tempestoso attacco di diarrea, che le precluse la possibilità di passaggio ad alcune serate in società.

Il signor De Foe non si preoccupò del fatto, la leccava volentieri, volentieri leccava anche la signorina De Lin, la signora De Foe preferiva invece leccare il muro, il cane e il gatto si leccavano scambievolmente ed anche la signorina De Lin amava farlo, ….nessuno leccava la palla demolitrice e questo la deprimeva molto.

La palla demolitrice, in realtà, covava un irrealizzabile amore segreto, infatti si struggeva di passione per l’indice Dow Jones, ma lui le risultava così lontano e irraggiungibile che…piangeva, Dio come piangeva nel segreto delle sue notti nella rimessa macchine da lavoro; come piangeva mentre il signor De Foe impregnava le sue coperte col suo tanfo di cozze. L’aromoterapia l’aveva portato a questi estremi, ora non riusciva a liberarsi dal suo odore e intanto sognava un piatto d’ostriche….al piano di sotto sentiva un continuo vociare dal televisore…..

…e Chesterton guardava la TV.

Il palinsesto annoiava il signor De Foe, non lo divertivano le pergamene, soprattutto quelle che erano state cancellate affinché ci si potesse riscrivere sopra, e ancora di più lo annoiava il ping-pong; ormai si era spinto oltre le finestre della percezione, era caduto, e si era fatto abbastanza male. Il signor De Foe abitava al quinto piano; aveva preso, con la signora De Foe, la decisione di avere un bambino rubicondo da coccolare; La signorina De Lin osservava i passeri liberi nel parco…..

…..e Chesterton guardava la Tv con il piccolo De Foe seduto sulle ginocchia.

1 commento:

Dario Ciferri ha detto...

questo è il secondo dei racconti di Chesterton...