frugavo la scorta di karkadè
le macchie di ruggine
alla macchina alla ringhiera
quel cane marrone che ti leccava
la faccia misericordia come ci sembriamo inutili
persi nel tempo televisivo
a far trascorrere il tempo
tra il parto e il cancro
tutto in una strana lente
con la forza straordinaria
d'un braccio attaccato al deflussore
con quel po' di terrore
che tutti ci asseconda molto più poveri
e sempre più soli
a guardarci miseri sorridere a tutti
e dire sì va bene grazie di essere qui
adesso non soffre più
ma poi cosa resta a parte la voragine
e il doversi alzare il giorno dopo
pensare credere mettere un fiore
mi sento strano certe sere
scompaginato in pochi attimi di delirante lucidità
pronto a vedere tutto
attraverso il rosso di un bicchiere
e qualche filmato dovremo pure salvarlo
per renderci disponibili a collaborare
o solo per non smettere di sorridere e inorridire
intanto si salva qualche nuovo passaggio
si salta un convento
si ride di sesso stress ammiccanti promesse
e intanto cresce una nuova etica
tra girasoli e granturco e ci riempiamo
la bocca di parole e castagne
3.12.06
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento