21.12.06

maneggiare con cautela

maneggiare con cautela
si entra nel regno dei soli
dei vivi alberi
degli indelebili ricordi
con le acque che sgorgano dalle rocce
e il giovane pan – mai bello –
che suona la siringa
e poi la abbandona sulla spiaggia
infetta
che voci noiose
annoiato nel panico del panico
con la serena serietà
d’un suonatore di controfagotto
ho perso la lingua e la voglia
di invertire le parole
quanti ricordi bisogna avere
per scrivere una poesia?
in quale infinitesimale
angolo del mondo gettare l’occhio
e poi perdere ore a cercarlo tra l’erba
alta – sai, era di vetro… –
scaffali da ferramenta pieni di libri
e raccontare quello che hai intorno
- prova a parlare del mare -
e la polvere?
chi dirà della polvere degli acari
delle lampadine fulminate?
eccone una da 40 watt col il filo ancora intatto
e l’altra lì
nel secchio della spazzatura
pronta a dipanarsi
nei versi nati
in un paese di mare


(2006)

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