sono svenuto le scuole da tempo mi aspettano
al varco cosa mai potrò dire loro
“scusate non sapevo” in realtà non credevo che ci saremmo
rincontrati
sto un po’ fiacco a saggiare la consistenza di un mattone
un sacco di cemento nello scarico
l’etterno dolore d’un banco alla vita
i pomeriggi a infiltrare le magliette con lo sguardo
pensare sognare
e dimenticare cosa dicevo un dì
ora la cosa che più vorrei
sarebbe il bacio di Tersite
a saggiare la distanza tra
la verità e l’infamia
i fogli di carta mi stanno ad aspettare
sotto un cielo di stelle rosse
e fuliggine
incastonati tra le frasi nella notte di Natale
bimbi anziani la bimba che dal fonte è scesa
nella mangiatoia
l’asfalto la sabbia e le palme
orrendamente stuprate dalle luci
e dalle renne che si rincorrevano
tra i balconi d’un palazzo di 6 piani
le vedo le scuole mentre passo tra le strade
la macchina mi ha donato un rumore nuovo
la pancia è diventata un’astronave interstellare
c’è solo la musica a rallegrare le mie sortite su 4 ruote
“si credeva un punto e basta
era solo un punto e a capo”
sospeso tra Rodari
e Mercanti di Liquore
nella confusione versi si fondono
confondono
cullano e portano a ninnare
l’ultimo frammento di un caldo Natale
25.12.06
Sono svenuto le scuole da tempo mi aspettano
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