Era la piccola signora di bengasi, quella che affrontava ogni romanzo come un ritorno di fiamma, l’avevamo vista sorgere dalle acque al momento del deflusso ora era cosparsa di petrolio e puzzava di signora. Quell’anno non c’era molto pane per tutti ma il pandoro scaduto lo distribuiva la caritas, con quel delizioso retrogusto di burro rancido e i capelli imbrattati di carta. Avevamo molto poco da restaurare: un muretto due foglioline, un antico crine del 1703, che mi aveva lasciato mio nonno, trafugandolo da una villa romana dentro il cavallo dei calzoni, bucati. Ne voleva fare dono alla signora ma mori sbranato da un setter assassino, ci ridiedero il corpo un anno dopo, e il crine ben nascosto, anche il cane non aveva avuto il coraggio di azzannare lì, tanta era la puzza…
Visitai la signora una volta e mi fece regalo d’una piuma, preziosa, era bella tutta liscia, fatta di piuma di tacchino. La guardavo anche 20’ al giorno ammirato, prima di pulirmi il culo e alzarmi per andare al lavoro. È bello avere una piuma in bagno che ti aspetta, puntuale ogni giorno. Ti da quasi l’illusione che è lì per te e che non ti abbandonerà mai.
È scappata l’altr’anno con un soffio di vento, un amore improvviso, fugace. Mi ritrovai solo a piangere e a fissare il vetro. Era dura andare al lavoro, dura camminare per strada e vedere le persone pigramente avvolte nei loro piumini, soddisfatte del caldo, aggirarsi felici, e io triste, solo nella mia giacca di fustagno.
Sono andato a pesca due ore fa e ho preso una squama di gambero (non mi si dica che il gambero non ha squame… quante triglie avete visto coi baffi?), era bello, rosso affusolato, ma non ancora fritto. La squama e sul mio comodino, la rimiro ogni sera quando un po’ più stanco mi stendo sul letto, e lui, impertinente, mi stende sul pavimento.
Fermavo i treni col pensiero, loro non se accorgevano ma quanti deragliamenti nei ricordi ricordo di avere evitato, poi una notte mi hanno convinto a vendere, non bisognerebbe mai vendere, specie se non si ha nulla da vendere, io ho accettato con entusiasmo, quasi lamentandomi del poco, ma era veramente difficile andare oltre al nulla. La signora mi ha chiamato per sapere, ricordava ancora mio nonno, e io non sapevo cosa dire, dove andare, cosa fare… ecco tutto e adesso eccomi qua…
15.3.07
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