20.5.06

La dolce Dorelai

….e Chesterton guardava la TV.

La dolce Dorelai passeggiava sul prato del parco, strizzando l’occhio alle panchine e accarezzando i cani blue al seguito del gran Khan. Aveva fatto la kan-kancien in un corpo di ballo d’Anciene Regime, ora vendeva fiori di rame ai semafori; amava un gommone che faceva la spola notturna fra Albania e Puglia. Dorelai stringeva forte una frusta di notte, aveva i denti borchiati le capitava di perdersi fra quelle note che sovente rattristano le notti dei barboni; una volta era finita dentro il naso d’un cane e ne era stata starnutita fuori soltanto due giorni dopo.

Il cane non era blue, aveva il pelo irto, e non apparteneva a un re ma a uno schiavo che faceva il bagnino a Gabicce a mare. Il cane non era blue.

…e Chesterton guardava la TV.

La dolce Dorelai dominava i sogni d’un pedofilo di Canicattì…e sognava di sollevarle la gonnellina rossa … e la accarezzava con dolcezza… e delicatamente poi la baciava, la toccava, non sapeva o, anche, non capiva che …Dorelai non si faceva prendere dalle farfalle, era uscita dall’alcolismo, aveva saltato il vetro della bottiglia e le erano rimaste soltanto tre parole…

La dolce Dorelai…

…e Chesterton guardava la TV.

La dolce Dorelai non aveva mai capito cazzo fosse la TV; nonostante il provino fatto per la Ruota della Fortuna, che, a onor del vero, non le era andato granché bene e le era costato un rene, le cornee, e diversi peli del pube. “La ragazza di Bube” l’aveva affascinata, sedotta e infine abbandonata, una tragica storia d’amore con un romanzo che neanche aveva idea di che parlasse. Vestiva di merletti, trousse, ciprie, parrucche fine 700 ed intimo sado-maso… amava baciare i manichini, di nascosto, sui muretti del parco; si sentiva spesso sola sui muretti del parco… e sognava un pedofilo.

…e Chesterton guardava la TV.

La dolce Dorelai affrontò L'inverno, l’estate, l’inverno, l’estate e poi incredibilmente l’inverno, toccò il superfluo e diverse cacche di cani, alcuni blue altri no, poi dopo aver subito milioni di puntate di Soap opera uscì dalla TV e baciò Chesterton fisso in poltrona, fuggì via, corse per le strade di Milano, tra i vicoli di Timbuctù, tra le rupi di Machu Pichu, scalò l’Empire State Building di New York, poi cadde nel lago di Pilato ed annegò come avrebbe fatto un qualunque altro essere umano.

…e Chesterton guardava la TV.

3 commenti:

Dario Ciferri ha detto...

Il primo racconto della serie di Chesterton, una serie di storie che vorrei postare un po per volta

Anonimo ha detto...

tu hai dedicato 1 serie di storie a Chesterton?

Dario Ciferri ha detto...

è una serie di racconti dove alcuni personaggi hanno il nome ispirato a celebri scrittori...
e chesterton rappresenta l'anelo di congiunzione dei racconti e a suo modo il personaggio principale