3.8.06

il relitto stava affondando…

il relitto stava affondando…” –cazzo com’è difficile raccontare la propria storia in tre ore e mezzo -, il capitano Ghirshman osservava la palla demolitrice che la signorina De Lin montava come fosse un toro meccanico, gli veniva un sordo senso di nausea ogni volta gli entravano in casa, non era per la palla demolitrice, ma alla signorina De Lin puzzava l’alito, in verità era un buon rimedio contro i topi; quel giorno il capitano Ghirshman aveva deciso di narrare i suoi viaggi sul mare. Da giovane era partito alla ricerca di Atlantide ed era andato a sbattere contro l’Africa, poi partì alla volta dell’Amazzonia ed andò a sbattere contro l’Africa, poi, ancora, verso le Faer-Oer ed andò a sbattere contro l’Africa, così partì per l’Africa e quest’ultima la trovò.

Al ricordo dell’Africa lo stomaco si contrasse, non gli era mai piaciuta, troppi neri in giro, non riusciva a capire come ci potessero essere tanti Marocchini in un posto solo e dove si trovassero le riserve di tappeti.

…e Chesterton guardava la TV.

Scoreggiò, quel cazzo di Chesterton stava ancora davanti al video, erano più di due settimane che non lo spegneva, quando senti il barrito d’un elefante venire su dal televisore di Chesterton ebbe un conato molto violento; …beh! le donne non erano poi male, al di là del color Nutella, avevano grandi tette e grandi labbra, non solo in viso, poi erano autenticamente generose, specie se le picchiavi, era riuscito a creare anche un discreto business, le aveva trasportate in Europa e loro lo avevano ripagato con parte dei regali che ricevevano mentre passeggiavano per strada la notte.

Il capitano Ghirshman sentì una lacrima di malinconia solcargli il viso, stava chiuso in casa in vestaglia e pantofole con una palla demolitrice impazzita, che qualche volta veniva a fargli visita, e un costante brusio che saliva da un televisore.

Il capitano Ghirshman si alzò, s’era pisciato un’altra volta addosso e ora si sarebbe dovuto… ora si sarebbe… ora… si attacco al whiskey e ne fece un lungo sorsone, ma non lo finì, un randello chiodato gli si sfascio fra capo e collo e lo fece cadere in una pozza di sangue e whiskey.

Due labbroni con rivoli rossi che scivolavano per le guance sorrisero, poi si spensero, tremolavano, piangevano, ricordavano, e la testa del capitano Ghirshman fu colpita ancora, e ancora, e ancora…

Un leone dormiva sotto un albero, gli elefanti si rinfrescavano in acqua, delle gazzelle fuggivano da un leopardo, le iene ridevano spolpando una carcassa, il sole tramontava rosso oltre la savana e…

…e Chesterton guardava la TV.

1 commento:

Dario Ciferri ha detto...

questa è la terza parte dei racconti di Chesterton...
man mano che prosegue diventa sempre più un viaggio attraverso le prigioni della mente umana...
e, perchè no, un viaggio divertito nel non sense

dario