il vento da anni è povero non dà canti sedie pulci
lo vedi il materasso lo hanno abbandonato al lato
della strada per Offida
come un’edicola d’altri tempi
ci si fermano i bambini
che poi fuggono grattandosi i cani
i grappoli sono tutti scappati via
le presse li accoglievano
si sono abbracciati un attimo
poi cos’è rimasto?
un cerchione un sedile due carte
il gesso sulle carcasse non ha più un buon odore
ricordo i pollai
le pelli dei conigli la zampa appesa
poi cosa resta in campagna finita la raccolta
un albero spoglio che sogna solo
di perdere le foglie per coprire la vergogna
adesso lo vedi l’asfalto
grigio un po’ scomposto
come il viso d’un adolescente
il mare che a novembre
ha smesso di soffrire
e canta in mareggiate di salsedine
i libri accatastati
letti da leggere finiti
infiniti
i pensieri e il ritmo dell’eurostar
che di notte ti accompagna
in sonni sordi
tra un guanciale
e la catasta dei vestiti da lavare
(19-10-2006)
2 commenti:
ciao
ho trovato il tuo blog su google
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sempre se sei interessato ti chiedo gentilmente di "spargere la voce" per chi (secondo te) possa essere interessato
fammi sapere
scusa per il disturbo
Un modus scrivendi un poco dada, un po' inusuale ed inquieto, ipocondriaco, originalissimo! Mi piace molto e sono contenta di aver fatto un giro da queste parti. Bacione.
divinafollias@hotmail.it
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