20.10.06

il vento da anni è povero non dà canti sedie pulci


il vento da anni è povero non dà canti sedie pulci

lo vedi il materasso lo hanno abbandonato al lato

della strada per Offida

come un’edicola d’altri tempi

ci si fermano i bambini

che poi fuggono grattandosi i cani

i grappoli sono tutti scappati via

le presse li accoglievano

si sono abbracciati un attimo

poi cos’è rimasto?

un cerchione un sedile due carte

il gesso sulle carcasse non ha più un buon odore

ricordo i pollai

le pelli dei conigli la zampa appesa

poi cosa resta in campagna finita la raccolta

un albero spoglio che sogna solo

di perdere le foglie per coprire la vergogna

adesso lo vedi l’asfalto

grigio un po’ scomposto

come il viso d’un adolescente

il mare che a novembre

ha smesso di soffrire

e canta in mareggiate di salsedine

i libri accatastati

letti da leggere finiti

infiniti

i pensieri e il ritmo dell’eurostar

che di notte ti accompagna

in sonni sordi

tra un guanciale

e la catasta dei vestiti da lavare


(19-10-2006)

2 commenti:

skan ha detto...

ciao
ho trovato il tuo blog su google
sto cercando di portare avanti un progetto di racconto collettivo...se ti interessa leggi la premessa in questo blog http://ilmioveroviaggioverso.blogspot.com ...qui sono contenute tutte le informazioni che servono
se (nel caso sia interessato) hai bisogno di ulteriori info questo è il mio contatto msn ed e-mail skanet2003@yahoo.it
sempre se sei interessato ti chiedo gentilmente di "spargere la voce" per chi (secondo te) possa essere interessato
fammi sapere
scusa per il disturbo

Anonimo ha detto...

Un modus scrivendi un poco dada, un po' inusuale ed inquieto, ipocondriaco, originalissimo! Mi piace molto e sono contenta di aver fatto un giro da queste parti. Bacione.
divinafollias@hotmail.it